Jacques Prevel

editori

In compagnia di Antonin Artaud

A cura di Antonio Malinverno

pp. 168,  8 tavole illustrate fuori testo, euro 18

1950. Dal sanatorio per tubercolotici in cui è ricoverato, Jacques Prevel sente come imminente la propria fine e si rende conto che non riuscirà a scrivere quel libro sul suo maestro per il quale ha raccolto quasi quotidianamente appunti nei suoi quadernetti durante i due anni passati al suo fianco nella Parigi ancora devastata dalla guerra, la Parigi della Rive Gauche, dei Sartre e dei Breton, delle riviste letterarie e dei caffè.

Il diario ha inizio nel maggio del ’46, all’indomani del ritorno a Parigi di Artaud dopo nove anni di manicomio. Attraverso la descrizione degli incontri e dei luoghi, la trasposizione precisa dei dialoghi, delle lettere e delle parole di Artaud viene a delinearsi la storia di un’amicizia maledetta e sublime che terminerà soltanto con la notizia della sua morte nel marzo del ’48. Documento di eccezionale importanza per conoscere il pensiero e la vita di uno dei più importanti poeti del ’900, In compagnia di Antonin Artaud è anche un canto di morte e di liberazione, un’incursione nella realtà della follia e dell’arte.

Jacques Prevel (1915-1951), originario della Normandia, si trasferisce a Parigi all’alba della seconda guerra mondiale per andare incontro alla sua vocazione di poeta. Qui frequenterà gli ambienti intellettuali di Saint-Germain-des-Prés, e in particolare Antonin Artaud, con il quale condividerà giorno per giorno gli ultimi due anni di vita, in qualità di discepolo ma anche di fornitore di laudano e oppio. Autore di tre raccolte di poesia è stato più volte definito «l’ultimo dei maledetti». Muore sfinito dalla tubercolosi tre anni dopo il maestro a cui ha dedicato il suo libro più noto, In compagnia di Antonin Artaud.

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