Georg Büchner
Lettere
1831-1837
Traduzione di Anna Bürger Cori
pp. 112, euro 16
Quarta
"Ho sete di una tua lettera. Sono solo, come nella tomba;
quando mi
risveglierà la tua mano? I miei amici mi
abbandonano, noi ci gridiamo a
vicenda nelle orecchie, come dei sordi; oh, se almeno
fossimo anche
muti, allora non rimarrebbe altro che guardarci, e negli
ultimi tempi mi
riesce molto difficile guardar fisso qualcuno senza che mi
vengano le
lacrime. È una idropisia degli occhi che capita
spesso anche nel
guardare fisso. Dicono che io sia pazzo perché ho
affermato che fra sei
settimane, a Pasqua, celebrerò la mia
resurrezione, che però sarà
preceduta dall’ascensione: in diligenza, per esser
precisi."
Lettera alla fidanzata, febbraio 1834
Risvolto
Nato a Goddelau, vicino a Darmstadt, nel 1813 e
morto a Zurigo
di febbre tifoide nel 1837 all’età di
soli 24 anni, Georg Büchner,
con le sue poche opere – alcune delle quali, forse
le maggiori, sono
rimaste incompiute – è arrivato a
imporsi in tutto il Novecento come
una voce di potenza inaudita della letteratura universale e
ancora oggi
continua a sconcertare i lettori per la sua
modernità. La morte di
Danton, il Woyzeck, il Lenz conoscono un gran numero di
messe in
scena teatrali, cinematografiche e anche trasposizioni
musicali.
La sua formazione non fu da letterato classico ma da
scienziato (in
particolare nell’ambito della zoologia), ma la sua
breve vita fu
caratterizzata dalla partecipazione ai fermenti politici di
quel periodo
che divampavano in varie zone della Germania, cosa che lo
costrinse alla
fuga dall’Assia a Strasburgo – da cui
poi si trasferì a Zurigo dove
si laureò e tenne un corso di
«dimostrazioni zootecniche» (che
comportava il contatto con sostanze che furono forse la
causa della
malattia che lo condusse alla morte).
La sua vita e i suoi scritti contengono dunque una forza
embrionale
capace di investire almeno i due secoli successivi. E queste
lettere –
il cui corpus è una selezione postuma in cui
prevale l’accento sui
temi politici e sulla caratterizzazione antropologica
– sprigionano in
ogni riga la forza di una personalità che in un
tempo brevissimo è
riuscita a impossessarsi di un grande futuro.
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