Georg Büchner

Lenz

Traduzione di Alberto Spaini

Illustrazioni di Giuditta Chiaraluce

Testi di Gottfried Benn e Martin Walser

 

ed. tascabile, pp. 80, euro 10

 

Quarta

«Vedo nella natura umana una spaventosa uniformità, nella condizione umana una forza ineluttabile, concessa a tutti e a nessuno. Il singolo non è che schiuma sull’onda, la grandezza è un puro caso, il dominio del genio uno spettacolo di burattini, un ridicolo lottare contro una legge ferrea: riconoscerla è supremo, dominarla impossibile».


Büchner alla fidanzata, Marzo 1834

Risvolto

Apparso postumo nel 1839 – il suo autore era scomparso due anni prima, appena ventiquattrenne – il Lenz è con tutta probabilità il frammento di un testo più ampio rimasto incompiuto e l’unico racconto di uno scrittore forse più noto per la sua produzione teatrale: La morte di Danton, Leonce e Lena e quel Woyzech che ispirerà fra gli altri Alban Berg e gli Espressionisti. Anche qui, come negli altri suoi lavori, Büchner si basa su un fatto storico concreto, l’insorgenza della follia nel poeta del primo Romanticismo Jakob Michael Reinhold Lenz, amico e rivale di Goethe ed anima dello Sturm und Drang.

Il Lenz è considerato da molti l’esordio della modernità letteraria, ed è stato ed è per noi un paradigma sul quale basare scelte editoriali per un futuro catalogo, eleggendo il frammento e l’incompiutezza – stile e storia dell’anti-opera – quali segni distintivi della letteratura a venire. 


Corredano la novella, qui presentata nella storica versione di Alberto Spaini assieme a inedite illustrazioni fatte per l’occasione, i discorsi pronunciati da Gottfried Benn e Martin Walser per il conferimento del più importante premio letterario tedesco, significativamente intitolato a Büchner.

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