Carl Einstein
Bebuquin, o I dilettanti del miracolo
Traduzione di Tereseina Zemella
Testo tedesco a fronte
Con una introduzione di Giusi Zanasi e sei saggi dell'autore in appendice
 
pp. 144, euro 22
 
Quarta
«Ne convengo, la ragione rende ogni cosa facile,
concentra, ma distrugge troppo, rende troppe cose ridicole e proprio le
più grandi. Si deve osservare l’impossibile
così a lungo che finisce per apparirci una facile occasione.
Il miracolo è una questione di allenamento.
Oh Eufemia, a voi manca un culto.»
Risvolto
Bebuquin o I dilettanti del miracolo di Carl
Einstein (Neuwied 1885 – Pau 1940) non è solo il
grande romanzo dell’Espressionismo tedesco ma un vero e
proprio testo fondativo, dove germinano e convergono tutte le
innovazioni delle avanguardie artistiche e letterarie del Novecento,
una matrice e incubatrice di sperimentazioni e idee estetiche su cui si
fonderà la principale letteratura a venire: dal teatro
dell’assurdo al cubismo, dal dadaismo al surrealismo, da
James Joyce a Samuel Beckett, da Eugène Ionesco a Carmelo
Bene.
Intellettuale a tutto tondo Carl Einstein fu, oltre che scrittore, un
autorevole studioso di storia dell’arte elaborando, nei suoi
saggi sulla scultura «negra», le prime teorie
artistiche del primitivismo. Amico di Braque e di Picasso, punto di
riferimento per artisti e scrittori di vari paesi, fu editore con
Bataille della rivista «Documents» e
collaborò al periodico internazionale
«Transition» con Joyce e Beckett.
Partecipò ai moti spartachisti e, durante la Guerra di
Spagna, si arruolò tra i partigiani antifranchisti. Si
suicidò nel 1940, in Francia, per sfuggire alle truppe
hitleriane, pochi mesi prima di Walter Benjamin.
Dalla Nota degli editori
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