Gerard Manley Hopkins

Il naufragio del Deutschland

A cura di Nanni Cagnone

 

pp. 112 più un inserto fotografico b/n, euro 16

 

 

Quarta

Adorante, mi rivolgo
        Alle stelle, sparsa-copiosa incantevole
       Luce stellare che lo diffonde;
         E fulgore, gloria nel tuono; adorante,
     Mi volgo al ponente screziato di prugna: benché
     Stia egli al di sotto del prodigioso splendore del mondo,
       Deve insistere forza il suo mistero, deve imprimersi;
Perciò l’accolgo quando l’incontro, e se comprendo una lode.



Risvolto

«Ritmo, energia, intensità d’una lingua magnificamente ostacolata, e una sofferenza a cui non dovevano esser estranei una struggente religiosità, le tacitate propensioni sessuali e lo scontro fra l’umiltà che si pretende dal sacerdote e il necessario orgoglio del poeta.»... con queste parole Nanni Cagnone, curatore della presente edizione frutto di una rielaborazione durata decenni, descrive le caratteristiche salienti dell’universo poetico di Hopkins.

Gerard Manley Hopkins, nato a Stratford, Essex, nel 1844, e morto a Dublino nel 1889, convertitosi in gioventù al cattolicesimo e quindi sacerdote nell’ordine dei gesuiti, ebbe ben pochi riconoscimenti in vita, suscitando scandalo o quantomeno imbarazzo per il suo audace sperimentalismo (proverbiale il suo sprung rhythm). Le sue opere, uscite postume nel 1918, finirono per esercitare una riconosciuta influenza su autori come T. S. Eliot, Dylan Thomas e W. H. Auden.

Il naufragio del Deutschland è un’ode di 35 stanze ispirata alla sorte del piroscafo Deutschland, incagliato in un banco di sabbia a poche miglia di distanza dalle coste britanniche e soccorso tardivamente, e in particolare alla morte di cinque francescane tedesche esiliate dalla Germania in seguito alle leggi anticattoliche prussiane. Per il vigore ritmico, espressivo e compositivo, questo poema è ritenuto l’opera più importante di Hopkins, ma è anche una sfida disperante e ineludibile per il traduttore, che in quanto mediatore di un naufragio rischia di continuo di finire per confondersi con esso.


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