Ernst Jünger - Albert Hofmann
LSD
Con una nuova prefazione di Antonello Colimberti
pp. 176, euro 24
Quarta
Caro
signor Hofmann,
quando
ieri sono andato a passeggiare nel bosco di Wilflingen e ho raccolto
questa spiga piena di segale cornuta, ho pensato a lei. Le specie di
segale cornuta che crescono selvatiche [...], non dovrebbero essere
più potenti e più originarie anche nel loro
effetto di droghe? La lascio riflettere.
Di
ritorno dalla Sardegna mi sarei avventurato sul Piz Palü visto
che ero ben allenato, temprato dalle arrampicate sulla roccia rovente
[...], ma il meteo sull’Engadina era avverso. Accantono
così la faccenda. Forse i nostri
«viaggi» sono più importanti delle
scalate.
A
questo riguardo ci sono novità? È possibile che
sia stata trovata una sostanza che permetta di avere una visuale sugli
eserciti del pensiero? La mente resterebbe impassibile: ne avrebbe una
veduta come un generale ce l’ha delle truppe in parata.
Ernst Jünger, 15 agosto 1955
Risvolto
Il
carteggio fra lo scrittore e filosofo tedesco Ernst Jünger
(1895-1998) e il chimico svizzero scopritore dell’lsd Albert
Hofmann (1906-2008) si estende per circa mezzo secolo, precisamente dal
1947 fino alla morte di Jünger. I due si conoscono per via
epistolare, si telefonano, si incontrano e faranno dei viaggi insieme,
ad esempio nello Sri Lanka e a Creta. Ma a questi viaggi si devono
aggiungere anche quelli legati agli esperimenti con le droghe, che in
entrambi i casi porteranno a opere letterarie divenute dei classici
sull’argomento. Pensiamo, nel caso di Jünger, ad Avvicinamenti.
Droghe ed ebbrezza (1969),
e per Hofmann a lsd,
il mio bambino difficile. Riflessioni su droghe sacre, misticismo e
scienza (1979).
Nel
presente epistolario, uscito di recente in tedesco e che si pubblica
qui per la prima volta in italiano, è possibile vedere in
presa diretta la genesi esistenziale e quotidiana delle riflessioni di
ognuno dei due personaggi, il filosofo-narratore (ma anche entomologo,
conoscitore di botanica, etnografia, morfologia) e lo scienziato
erudito appassionato di libri e di letteratura. I loro ragionamenti
riguardo all’lsd – ma anche riguardo a diverse
altre sostanze psicotrope o stupefacenti, come ad esempio i funghi
messicani – vanno largamente oltre la dimensione ludica o
meramente autodistruttiva, e prospettano un’alternativa
all’esistenza comune, piccolo-borghese, accendendo uno
stimolo verso una diversa forma di conoscenza. Entrambi vissuti oltre i
cento anni, Jünger e Hofmann mostrano come attraverso gli
allucinogeni sia possibile aprire un accesso alla dimensione del
viaggio nel solco della «veggenza», la stessa che
Rimbaud riassumeva nel suo «I veri viaggi sono
immobili»; una dimensione che, nonostante il consumo di massa
dagli anni della psichedelia in poi, lascia intravedere continenti
ancora in larga parte inesplorati.
|