Ernst Jünger - Albert Hofmann
LSD
Carteggio 1947-1997
Traduzione di Simona Piangatello
pp. 184, euro 21
Il carteggio fra lo
scrittore e filosofo tedesco Ernst Jünger (1895-1998) e il
chimico svizzero scopritore dell’LSD Albert Hofmann
(1906-2008) si estende per circa mezzo secolo, precisamente dal 1947
fino alla morte di Jünger. I due si conoscono per via
epistolare, si telefonano, si incontrano e faranno dei viaggi insieme,
ad esempio nello Sri Lanka e a Creta. Ma a questi viaggi si devono
aggiungere anche quelli legati agli esperimenti con le droghe, che in
entrambi i casi porteranno a opere letterarie divenute dei classici
sull’argomento. Pensiamo, nel caso di Jünger, ad
Avvicinamenti. Droghe ed ebbrezza (1969), e per
Hofmann a LSD, il mio bambino difficile. Riflessioni su
droghe sacre, misticismo e scienza (1979).
Nel presente epistolario,
uscito di recente in tedesco e che si pubblica qui per la prima volta
in italiano, è possibile vedere in presa diretta la genesi
esistenziale e quotidiana delle riflessioni di ognuno dei due
personaggi, il filosofo-narratore (ma anche entomologo, conoscitore di
botanica, etnografia, morfologia) e lo scienziato erudito appassionato
di libri e di letteratura. I loro ragionamenti riguardo
all’LSD – ma anche riguardo a diverse altre
sostanze psicotrope o stupefacenti, come ad esempio i funghi messicani
– vanno largamente oltre la dimensione ludica o meramente
autodistruttiva, e prospettano un’alternativa
all’esistenza comune, piccoloborghese, accendendo uno stimolo
verso una diversa forma di conoscenza. Entrambi vissuti oltre i cento
anni, Jünger e Hofmann mostrano come attraverso gli
allucinogeni sia possibile aprire un accesso alla dimensione del
viaggio nel solco della «veggenza», la stessa che
Rimbaud riassumeva nel suo «I veri viaggi sono
immobili»; una dimensione che, nonostante il consumo di massa
dagli anni della psichedelia in poi, lascia intravedere continenti
ancora in larga parte inesplorati.
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