Osip Mandel’štam
L'opera in versi
A cura di Gario Zappi
 
pp. 376, euro 38
 
I testi qui raccolti coprono l'intera produzione poetica di
Mandel’štam edita in volume quando era in vita: Kamen’
( La pietra), del 1913, Tristia,
del 1922, e la sezione aggiuntiva al volume Poesie
(1928), che comprendeva le due raccolte precedenti e una terza parte
intitolata 1921-1925. Si presenta inoltre
un’ampia selezione delle poesie pubblicate postume o solo in
rivista, venendo così a costituire la più ampia
scelta di testi poetici di questo autore mai uscita in italiano.
Osip E.mil’evic( Mandel’štam (1891-1938)
fa parte di una generazione di scrittori di lingua russa che
costituisce quasi un unicum nella storia della
letteratura mondiale per la schiera di astri intramontabili che ha
generato: Anna Achmatova, Marina Cvetaeva, Boris Pasternak, Velimir
Chlebnikov, Sergéj Esénin, per citarne solo
alcuni. In mezzo a loro Mandel’štam si staglia fin
dall’inizio con naturale autorevolezza come la voce di
spicco, come un talento ineguagliabile di quelli che in ogni secolo si
contano sulle dita di una mano. E il regime staliniano ben vede questo
suo potenziale, lo arresta una prima volta nel 1934 e in seguito, dopo
più di tre anni di esilio a Voronež, lo invia in Siberia,
dove muore di stenti in un lager di transito nei pressi di Vladivostok.
Gario Zappi (Bologna, 1964), traduttore e poeta, si è
confrontato con questi testi per oltre un decennio. Per tentare di far
sì che la vita non «sfugga via dalla traduzione
poetica come la lieve polverina delle ali delle farfalle»,
è stato in grado di chiamare a raccolta le voci maggiori
della tradizione letteraria italiana e di coinvolgerle a turno nei suoi
versi di traduzione, riuscendo anche a far fiorire quegli embrioni di
italiano e di Italia onnipresenti nella produzione del poeta (Dante,
Petrarca, Ariosto, le città e la storia italiane) fino a
creare un innesto potentissimo da considerarsi come una prova
paradigmatica di quella Verjüngung, quel
«ringiovanimento», che in campo traduttivo era
stato il miraggio di Goethe e dei romantici tedeschi.
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